venerdì 15 febbraio 2008

9

Se ripenso a quel giorno, anno dopo anno, qualche particolare resta sempre indelebile, qualche altro varia di tono, facendosi più labile, o più bello, o più insignificante.
Dopotutto 9 anni son tanti.

Il ricordo più vivido è di noi due che camminiamo sul lungomare, nessun'altro in giro, e tu che mi dici qualcosa di buffo; io mi fermo un attimo a ridere, tu fai qualche passo in avanti. Poi ti giri, il vento ti scompiglia i capelli; hai il bavero dell giacca alzato, perchè fa molto freddo. Ridi anche tu.
Se penso a te, l'immagine mi torna in mente è quella.
Per me tu sei quello che ride qualche passo avanti a me, coi capelli scompigliati, nel freddo di una sera di febbraio.

Da lì in poi, ne è passata di acqua sotto i ponti... situazioni bellissime, altre orribili.
No, non descriverei la nostra storia come un percorso di montagne russe. Piuttosto come una barca -una barca a vela- che a volte ha navigato in mari tranquilli, altre volte in tempeste. Ma sempre ferma nella sua intierezza, sempre caparbia, nonostante il vento contrario.

A volte sei stato per me l'unico punto fermo, cui mi sono aggrappata con tutta me stessa. Ci son stati momenti in cui non oso nemmeno pensare cosa ne sarebbe stato di me se non ci fossero state le tue mani tese su cui proiettare tutta la mia fiducia.
Mi piace pensare però, che anche io in certe occasioni son stata il tuo salvagente.

E siamo qui, ancora insieme, dopo 9 anni.

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